Gli strumenti della Lean Warehousing sono moltissimi, ma è importante scegliere quelli giusti per la tua attività. Vediamo nel dettaglio come puoi attuare ogni passo nel modo più adatto a te.

La trasformazione del tuo magazzino in un magazzino “snello” deve passare attraverso 3 fasi.

Fase 1: gli strumenti della Lean Analysis

Il primo step è la Value Stream Analysis, cioè l’analisi della situazione di partenza. È importante visualizzare in forma di mappa il flusso di valore reale del tuo magazzino. La mappa deve contenere flussi di informazione e materiali, associati ai KPI più importanti e può riguardare sia processi interni che combinati tra produzione e magazzino. Il tutto deve essere integrato in un unico strumento.

Coinvolgere tutto il personale nel percorso è parte della filosofia Lean: solo se ogni persona partecipa al miglioramento anche in fase di analisi, potrai avere un magazzino snello. Per questo è stato creato lo strumento noto come “Gemba Walk”. Consiste proprio nel passeggiare all’interno del magazzino, per osservare, ma anche per chiedere agli stessi magazzinieri come va il lavoro e se hanno opinioni.

Un altro strumento interessante è il Workshop 7 Sprechi, fatto con le persone operative per sensibilizzarle e individuare i piccoli sprechi quotidiani. Il Workshop 5 Perché invece è stato inventato per analizzare in profondità i problemi e capirne le cause vere.

Strumenti della Lean per il magazzino

Fase 2: Value Stream Planning

Anche in questa seconda fase dovrai creare una mappa da visualizzare che contenga gli obbiettivi della visione futura del tuo sistema.

Dovrai tenere a mente 5 principi chiave per realizzare la mappa.

  • Mantenersi focalizzati sul valore aggiunto, cioè quello che il cliente associa al tuo servizio;
  • Essere orientati alle necessità del cliente;
  • Creare un sistema pull a flusso continuo per ridurre le giacenze e il tempo di attraversamento dell’ordine;
  • Ottimizzare i flussi di materiale: l’obbiettivo è quello di avvicinare i flussi dei nodi importanti e automatizzare i trasporti tra di essi;
  • Standardizzare i vari processi.

Fase 3: ruota PDCA

Il terzo ed ultimo step lo puoi visualizzare come una ruota: l’acronimo corrisponde a 4 ulteriori passaggi, che essendo spicchi di una ruota, devono essere reiterati. Il PDCA deve quindi essere un ciclo iterativo di problem solving e le lettere corrispondono alle parole inglesi Plan, Do, Check, Act. Ne abbiamo parlato in modo approfondito in questo articolo sul ciclo di Deming.

In questa ultima fase dovrai realizzare un progetto pilota, applicarlo ad un’area piccola e definita e se ha dato i risultati attesi, espanderlo a tutto il sistema. Il percorso continuerà all’infinito, perché è sempre importante analizzare la situazione in cui ti trovi per scovare nuovi problemi e opportunità.

Un altro metodo, proveniente dal Giappone, è il Makigami, uno studio in profondità delle tue attività che ti sarà utile in fase di analisi.