Il magazzino può essere come le sabbie mobili: poco alla volta t’impedisce di muoverti mentre risucchia tutti i tuoi guadagni in una distesa di perdite economiche che si sarebbero potute evitare.
Per uscire da questa trappola mortale è indispensabile conoscere a fondo la sua struttura, il suo contenuto e il suo funzionamento.
È quello che è successo al signor Fontana, proprietario della Fontana Pet, azienda che produce alimenti per animali domestici.
Era ben consapevole che il suo magazzino potesse diventare una fonte di guadagno invece che una cascata di spese inutili, ma non sapeva come cambiare le cose. Malgrado il rapporto positivo con i suoi collaboratori e dipendenti, malgrado la costante misurazione del contenuto del magazzino, qualcosa ancora non andava. Questo perché non conosceva ancora veramente bene il magazzino.
Il primo suggerimento che gli è stato dato è stato quello di disegnarne il layout, ovvero di organizzare e riorganizzare gli spazi di lavoro in base al funzionamento del magazzino. Nel suo caso il metodo migliore è quello del cosiddetto “bancale a spinta” (schema FIFO: First In, First Out).
Una volta disegnato il layout, ha mappato completamente tutto il suo magazzino: ogni cella di spazio, ogni scaffale, ogni area è stata identificata con un’etichetta contenente un codice alfanumerico ordinato e univoco. In questo modo, se qualcuno dei dipendenti del signor Fontana vuole sapere dove si trova un articolo basta che controlli il suo indirizzo e lo può trovare subito.
Nell’ultimo anno il magazzino della Fontana Pet è passato al sistema di identificazione con etichette con codice a barre, novità che ha azzerato gli errori di prelievo e risparmiato ai dipendenti la fatica di dover controllare la merce dentro i pacchi. In futuro il titolare vorrebbe implementare ulteriormente il sistema con dei dispositivi RFID, in modo evitare ogni possibile smarrimento della merce.
Una volta compresa la struttura, il contenuto e il funzionamento del magazzino, il signor Fontana ha infine definito il flusso operativo dei vari processi logistici (arrivo della merce, immagazzinamento, picking, preparazione dell’ordine e uscita), fissando delle regole per i suoi magazzinieri che prima operavano secondo logiche non ottimizzate.
Il percorso della Fontana Pet, però, rappresenta solo una parte dei passi da seguire per uscire dall’inferno del magazzino. E gliene mancano ancora alcuni.
Solo seguendoli accuratamente uno dopo l’altro si può arrivare al traguardo del magazzino efficace.